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"PULSE" ANCORA IL CUORE DEI PINK |
P U L S E (CD) Shine On You Crazy Diamond Astronomy Domine What Do You Want From Me Learning To Fly Keep Talking Coming Back To Life Hey You A Great Day For Freedom Sorrow High Hopes Another Brick In The Wall Pt. 2 THE DARK SIDE OF THE MOON Wish You Were Here Comfortably Numb Run Like Hell |
P U L S E (VIDEO)
Shine On You Crazy Diamond Learning To Fly High Hopes Take It Back Coming Back To Life Sorrow Keep Talking Another Brick In The Wall Pt.2 One of These Days THE DARK SIDE OF THE MOON Wish You Were Here Comfortably Numb Run Like Hell |
- Un nuovo album live. Che bisogno ne avevate, visto che l’ultimo è di appena cinque anni fa e,
nel frattempo, è intercorso un solo disco in studio?
“Ci allettava l’idea di rileggere integralmente, dal vivo, The Dark Side Of The Moon. Quella è
musica che regge molto bene gli anni e proviamo sempre un gran piacere a suonarla. Non ci siamo
mai stancati di quel disco, e abbiamo pensato che neanche il nostro pubblico ne avesse
abbastanza. In America, all’inizio dell’anno scorso, durante l’ultimo tour, abbiamo raccolto
molto materiale su The Dark Side Of The Moon. Nastri quadrifonici, vecchi filmati. Per tre mesi,
con Nick Mason e Rick Wright, abbiamo studiato la possibilità di suonare il disco dal vivo,
tutto di seguito, rispettando lo stesso ordine delle canzoni. L’ultima volta era stato nel 1975.
Il nuovo debutto è avvenuto a Detroit, poi abbiamo continuato, l’abbiamo proposta per intero
in diversi concerti, tra cui anche a Cinecittà”.
- La nuova esecuzione aggiunge qualcosa alla precedente?
“Come avremmo potuto cambiare una nota? No, The Dark Side Of The Moon è un classico e, come tale
, andava rispettato nella sua versione originale”.
- Come si sente oggi David Gilmour, ricco e famoso, a cantare “Money is a crime”?
“Beh, credo che di essere un criminale...Battute a parte, credo che il denaro abbia una parte
cattiva, ma non mi dispiace che esista. Vorrei solo che fosse meglio distribuito”.
- In uno dei concerti tenuti, nell’ultimo tour, all’Earls Court di Londra, avete dato oltre un
milione di sterline in beneficenza. A chi?
“Do costantemente denaro in beneficenza, a chi sono affari miei”.
- “Pink Floyd At Pompeii”: che ricordi avete di quella pellicola divenuta in Italia un vero
cult?
“Ricordo che fu utilizzata un’attrezzatura molto approssimativa. Cercammo di fare del nostro
meglio pur non avendo un equipaggiamento eccelso. Fra l’altro, chiedemmo lo stadio e gli
amministratori ci diedero i ruderi. Fu la nostra fortuna”.
- E della ben più recente esperienza veneziana, il concerto tenuto il 15 luglio ‘89, in
occasione della Festa del Redentore?
“Lo ricordo come un grande concerto, anche se i politici ce la misero tutta per rovinarci la
festa tentando addirittura di scaricare su di noi le loro mancanze e le loro responsabilità.
L’amministrazione comunale non mantenne le sue promesse di servizi, cibo, acqua per i ragazzi;
noi invece abbiamo mantenuto le nostre. Ci accusarono, inoltre, di mettere a repentaglio
l’integrità dei palazzi di Venezia con la nostra amplificazione, francamente una cosa da ridere”.
- Le piace l’attuale governo inglese?
“Non sono un fan della destra, in Inghilterra come in ogni altro paese, a cominciare dall’Italia
: quindi sono contrario a questo governo Major e credo che la nostra unica speranza, al momento,
sia rappresentata da Tony Blair. E’ l’unico uomo nuovo. Il mio voto va a lui; tra l’altro è
anche un fan dei Pink Floyd”.
- Cosa pensa di Berlusconi?
“Non credo sia un fan dei Pink Floyd”.
- Va spesso ai concerti dei colleghi?
“Spesso, nelle file in fondo, come i fan più vecchi”.
- Cosa ha visto di recente?
“Per un anno siamo stati in tour, quindi non ho visto molto. L’ultima volta sono andato a vedere
i Lemonheads a New York, un bel concerto. Ad un certo punto è salita sul palco Courtney Love,
che tornava a suonare dopo la morte di Kurt Cobain, suo marito. Le hanno detto che c’era uno dei
Pink Floyd in sala. Ci siamo salutati nel backstage e lei si è rivolta a me chiamandomi Roger
Waters”.
- Una provocazione?
“No, credo proprio che si fosse sbagliata. Poveretta, non deve essersi ancora ripresa dalla
morte del marito”.
-Qual è il segreto che ha permesso a lei, Mason e Wright di riuscire là dove tanti della vostra
generazione hanno fallito, vale a dire “agganciare” i giovanissimi?
“Crediamo di fare della buona musica ed un buono spettacolo. Spendiamo molte energie e molti
soldi nei nostri progetti ed il risultato finisce per premiarci. Controlliamo tutto
personalmente, 24 ore su 24. La gente se ne accorge. Meritiamo il nostro successo. Abbiamo la
fortuna, tra l’altro, di realizzare esattamente le nostre idee, senza alcuna imposizione, né da
parte dei discografici né del management. E questo ci consente di essere sempre noi stessi. Ed è
raro, oggi, trovare qualcuno che mette tanta cura nelle cose che fa. Quando dal palco guardo il
pubblico vedo nelle prime file solo ragazzini, ma so che, alle loro spalle, ci sono i fratelli
maggiori ed i genitori”.
- Cosa pensa sul dividere una frangia degli ammiratori più giovani con i Take That?
“Ho scoperto la loro esistenza ascoltando la radio. Credo che rappresentino un artificio di
manageriato e discografia. Il fatto che i giovani ascoltino anche noi, però, è emblematico”.
- “Gallina vecchia fa buon brodo”, dunque, come si suole dire in Italia?
“E’ un problema che non mi pongo. Io uso sempre il dado...”.
- E i revival della psichedelia anni Settanta, come li giudica?
“Qualunque cosa si voglia intendere con “psichedelia”, a me sembra solo una moda. Come la storia
dei gruppi di Manchester, qualche anno fa. Sono revival per lo più guidati da ragazzini troppo
giovani per aver vissuto gli anni Sessanta, ma che avrebbero terribilmente desiderato esserci”.
- Cosa ricorda di quel periodo?
“E’ stata un’epoca rivoluzionaria. I giovani erano convinti di poter cambiare il mondo in meglio
, ma i cambiamenti richiedono sempre tempi molto lunghi. A meno che non si faccia come nella
Rivoluzione Francese, con un bagno di sangue. Certo, non è stato gentile da parte di quei signor
i francesi nel 1789 uccidere tutta quella gente, ma capisco la loro frustrazione per non essere
mai stati considerati politicamente, la loro voglia di democrazia. E’ una cosa difficilmente
praticabile oggi, perché i processi di democratizzazione sono parecchio avanzati, anche nei
paesi dell’est”.
- Paul McCartney ha scritto un Oratorio, Ian Anderson dei Jethro Tull ha inciso un disco di
musica classica. Lei non è mai stato colpito da questa sindrome, non ha mai pensato di provare
ad uscire dal rock?
“Ci ho pensato, ma non voglio aggiungere altro”.
- I vostri concerti sono luminosi, rumorosi, circensi, eccessivi, enormi. Potrebbe mai
immaginare una piccola produzione, uno spettacolo dei Pink Floyd “unplugged”?
“Ne abbiamo fatti tanti, anni fa. Ma a me piace la luce, il gioco delle immagini, mi piace
l’atmosfera che creiamo ogni volta”.
- C’è una strana ripetitività nella vostra più recente produzione discografica: un disco in
studio (A Momentary Lapse Of Reason) ed uno dal vivo (Delicate Sound Of Thunder), uno in studio
(The Division Bell) ed uno dal vivo (Pulse). Seguite un progetto preciso?
“Nessun progetto. Pulse nasce dal desiderio di avere una versione “live” di The Dark Side Of The
Moon e basta”.
- Sta già pensando al nuovo disco dei Pink Floyd?
“Non so neppure se ce ne sarà un altro...Non ne ho parlato con gli altri. Per quanto riguarda il
futuro, credo che mi prenderò un lungo periodo di riposo. Del resto, i Pink Floyd sono solo una
parte della mia vita. Ho speso gli ultimi tre anni a lavorare con il gruppo, a registrare The
Division Bell, a viaggiare, andare in tournée, poi di nuovo a lavorare a questo album dal vivo,
ed in tutto questo tempo ogni altra cosa della mia vita è andata a fondo, ho dovuto trascurare
la mia famiglia, l’educazione dei miei figli. I prossimi anni voglio dedicarli a loro.”.
- Anche perché è diventato di nuovo padre?
“Sì, ho avuto un maschietto all’inizio di maggio, dalla mia seconda moglie, Polly Samson. E sono
felicissimo, mi piace fare il papà. Ho cinque figli, anzi sei; quattro dalla mia prima moglie e
uno dalla nuova, che aveva già un bambino di cinque anni, nato dal una precedente relazione.
Ora anche lui è mio figlio”.
- E’ in contatto con Mason e Wright?
“No, ne ho perso le tracce”.
- Se potesse, cambierebbe qualcosa della storia dei Pink Floyd?
“Sì, molte cose”.
- Ce ne dica una.
“Avrei cercato di non prendere così tanto Lsd quando ero più giovane”.
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