La teoria dei centri multipli, oltre ad indicare validi ed esatti punti di riferimento, consente al giocatore avveduto di memorizzare i limiti d'esecuzione avvalendosi della posizione della bilia battente ed usando il sistema della proiezione della stecca dalla parte dell'impugnatura. |
Definiamo M.N.O.P. campo di gioco reale (il rettangolo verde qui di fianco), indichiamo con O il suo centro ed immaginiamo, immediatamente sotto ed alla sua destra, un'altra area uguale il cui centro indichiamo con 1. Sull'area con centro O stabiliamo a caso un punto B e traguardiamo il centro 1: poiché questo centro è simmetrico al centro O rispetto al lato OP, la traiettoria si riflette (nel punto Q) e si indirizza verso il predetto centro O.
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Ed ecco la tavola generale, con alcuni esempi gia tracciati: lasciamo a voi di provare a trovarne di nuovi e di sperimentarli
in pratica. La teoria dei centri multipli venne per la prima volta dimostrata in pubblico grazie alla precisione di un biliardo fornito dalla ditta Hermelin di Milano e montato per l'occasione; apposite palline segnaletiche vennero opportunamente ubicate intorno a rappresentare i centri delle aree circostanti, come indicato nella tavola qui sotto. |
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Nell'esempio fornito, abbiamo di proposito
situato la bilia nel punto B in corrispondenza del centro del quadrato
inferiore, da questa posizione, abbiamo traguardato un centro 3 ed
un centro 2, riflettendo simmetricamente le traiettorie. |
Il sistema funziona anche se si tratta di
indirizzare la bilia avversaria verso i birilli. Supponiamo infatti che la bilia battente si trova nel punto A e che in B ci sia quella avversaria e che circostanze di gioco ci impongano di tirare un "Giro". E' evidente che, con la propria, occorrerà colpire la bilia avversaria in maniera che quest'ultima vada ad urtare la sponda lunga nello stesso punto Q'''. E' altresì ovvio che, se la bilia avversaria, anziché trovarsi in B si trovasse una decina di centimetri spostata verso il centro del biliardo, il punto Q''' non servirebbe più, ma si calcolerebbe automaticamente il punto X che, di natura, verrebbe a trovarsi spostato di una decina di centimetri verso l'angolo O. |
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