Buster Keaton e Totò ebbero alcune caratteristiche comuni.
L ' aspetto fisico innanzitutto.
Entrambi magri e pallidi, sapevano recitare con il volto.
Totò distorceva la sua faccia e la adattava alla situazione.
Keaton invece aveva un volto "bloccato" , non lasciava trasparire né
gioia ne tristezza.
La sua espressione era malinconica e realista.
Entrambi girarono gli ultimi film della loro carriera con la coppia Franco Franchi e Ciccio Ingrassia , due comici , che come Totò , con i loro film
riempivano i cinema , facendo la fortuna dei produttori , ma che sono
stati , soprattutto nel pieno della loro attività , poco considerati dalla
critica.
Totò interpretò , tra Marzo e Aprile del 1967, con Franco e Ciccio , l ' episodio " Che cosa sono le nuvole ?"
diretto da Pier Paolo Pasolini , inserito nel film "Capriccio all ' Italiana".
Totò , non riuscì mai a vederlo , perché mori prima della sua uscita cinematografica.
Buster Keaton , con i due attori siciliani , girò il suo penultimo film : "Due marines e un generale".
Film distrutto dalla critica , ma dove invece Buster Keaton
riuscì comunque a recitare scene divertenti, e una
bella scena finale triste che sembra riassumere la sua carriera.
Buster Keaton, fu spiazzato dall' avvento del cinema
sonoro, come Chaplin , anche se quest ' ultimo riuscì a mantenere intatta la sua celebrità.
Keaton, invece , era esclusivamente un attore da cinema muto.
E non è una considerazione limitativa.
Keaton era perfetto per il muto, perchè non aveva bisogno di
parlare per esprimere i suoi stati d ' animo , le sue idee , e le sue intenzioni.
Ha già del l' incredibile che un attore , che non sorrideva mai ,anzi che aveva sempre
la stessa espressione facciale , in qualunque scena drammatica o comica, sia
stato considerato , e sia passato alla storia , con la etichetta di attore comico, dato
che , osservando i suoi film e i suoi comportamenti , Keaton , non
da l ' idea di provocare la risata nel pubblico ( al contrario di Chaplin , che
invece si "muoveva" cercando di far ridere lo spettatore ).
Keaton e Totò ,avevano in comune la faccia.
La stessa faccia, pallida e allungata, talmente drammatica da far pensare a una persona
che combatte una ossessione o la solitudine , o talmente comica da far nascere una risata.
Buster Keaton e Totò sono entrambi individualisti , ma Keaton lo è in modo
più evidente, forse perché pensa che nessuno lo aiuterà , e allora è obbligato a far da se ,
mentre Totò , che si ritrova sempre qualcuno vicino , da l ' impressione di tenere in considerazione
la volontà altrui , ma in realtà è sempre lui che decide ; o perché
non si fida degli altri , o perché li considera non abbastanza capaci di risolvere il problema.
Perciò Keaton , parte a testa bassa per uscire dalle situazioni in cui si ritrova mentre Totò segue
sempre due azioni parallele.
Da un lato lui , come singolo cerca di indebolire e sfiancare
l ' avversario , senza mai cercare esplicitamente lo scontro
( es. nel film Totò a Colori , lui e l ' "Onorevole Cosimo Trombetta")
e nello stesso tempo " manda all ' attacco" i suoi amici : un comportamento molto bizantino.
Sia Keaton che Totò però non si arrendono mai. Non hanno alternative. O si arriva al loro obiettivo oppure nulla.
Keaton fu distrutto dal sonoro , perchè lui era perfetto per
il cinema muto.
Molto più specifico di Chaplin , Harold 'Lloyd, e forse
degli stessi Stanlio e Ollio.
Secondo me era perfetto perché riusciva a muoversi , in modo realistico,
all ' interno di una scena ,senza dare l' impressione di artificiosità che gli altri finivano comunque per dare.
Si tratta comunque di due attori straordinari , inimitabili.
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Nel film "Totò Peppino e la dolce vita", c' è una scena con un
riferimento sociologico abbastanza singolare.
Mi riferisco alla scena in cui Totò e Peppino dopo avere fatto conoscenza di
due ragazze , si recano in un night.
Entrano.
Totò si trova di fronte un cameriere con un vassoio.
Riesce a
scansarsi.
Peppino invece no.
E il cameriere gli va a sbattere contro, facendo
cadere il vassoio.
A quel punto arriva il capo del personale e si scusa
con i due.
Dopodiché , gli chiede : " I signori hanno il tavolo ?".
La risposta immediata di Peppino è :" No. Non l ' abbiamo portato " (!)
Il capo del personale ha un attimo di perplessità e dice : " e come si fa ?"
Tanto basta a Peppino per dire " Lo vado a prendere ?! "
Quale è la forza "devastante" di questa scena ?
Perchè Peppino , prima , dice in tutta tranquillità di non avere portato
il tavolo , come se fosse un abitudine normale quando si va in night,
e poi propone anche di andare a prenderlo ?
Peppino con queste battute fa riferimento ad una usanza, o consuetudine
in voga negli anni 50 e all ' inizio degli anni 60, nelle piccole città
, ma anche nelle grandi città , soprattutto nei quartieri.
In quel periodo, le serate erano vissute in modo diverso da quelle attuali
soprattutto per le persone meno abbienti.
La televisione
non era ancora un elettrodomestico, ma un strumento, un lusso.
E allora la sera , le persone, si ritrovano per esempio
nelle trattorie o nei bar , per discutere o anche per guardare la televisione.
Nei quartieri , non era raro che le persone, la sera, si recassero
nelle trattorie , o comunque in luoghi di ritrovo , portandosi la cena, le sedie , e .. all ' occorrenza il tavolo. (!)
Peppino , in questo film, arriva a Roma da un paese in provincia,
portandosi dietro le sue abitudini.
A distanza di tanti anni , che diventano una miriade dal
punto di vista dei cambiamenti della società, la battuta di Peppino
che allora faceva sorridere, per via delle sue abitudini di provincia
a confronto con la grande città, oggi fa sorridere perchè
considerata surreale.
Ma quella battuta invece aveva una origine .... reale !
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Achille Bonito Oliva , critico d' arte e ideatore negli anni 70 della Transavanguardia, è un estimatore di Totò.
Una volta ebbe a dire che Totò fu il più grande critico orale d ' arte , in grado di spiegare le teorie alle
masse, senza spocchia e con ironia.
La considerazione risultò sulla basa di uno studio , da lui compiuto , sui film di Totò , dai quali
ha rilevato quei passi in cui vengono trattati la pittura , la letteratura e la scultura.
Questo lavoro di ricerca e di critica , dedicato da critico a Walter Benjamin , che studio
l ' opera d ' arte con riferimento all 'era della riproducibilità tecnica , è stato assemblato
in un video "Totò d ' arte" che venne presentato un paio di anni fa all ' Electronic Art Cafè , uno spazio del
Palazzo delle Esposizioni , a Roma.
Tra le varie scene cinematografiche evidenziate , vi è come inizio , quella del film "Totò cerca moglie" in cui Totò interpreta la parte di uno scultore , che illustra
le sue opere.
La prima , un telaio di ferro , per Totò rappresenta una Venere ed " è meglio di quella di Milo , perchè con questa ci puoi sturare il lavandino".
La seconda opera , un blocco di marmo , è una "Madre col bambino che piange",
per Totò infatti "la madre è andata via , il bambino piangeva ed è andato a cercarla".
Per questi motivi lo "scultore" Totò , si dichiara "maestro dell ' assenteismo , perché nelle mie opere manca sempre qualcosa".
Un altro film fondamentale, per il rapporto tra Totò e l ' arte , è "Totò Eva e il pennello proibito". Totò , il maestro Scorcelletti , è un copista che viene invitato a Madrid per fare una copia della "Maya desnuda" del Goya, e la sua idea è che sia più difficile copiare che creare , infatti dice "Ma guarda tu , la Maya di questo Goya è identica , precisa alla mia ...... tutti sono capaci di fare , ma è copiare che è veramente difficile".
Bonito Oliva dice , con riferimento a questa scena che Totò anticipa l ' Anacronismo teorizzato molti anni dopo.
In "Totò cerca moglie" , Totò , scultore copia dal buco della serratura la modella di un suo collega e dice :" Io non la desidero .... io la considero e osservo".
In "Totò a colori" c' è la scena del concerto interminabile, in piazza , che fa arrabbiare l ' italo-americano rientrato nel paese di origine: secondo Bonito Oliva è la parodia di compositori , come Nino Rota , che utilizzavano i brani classici e gli stranieri.
Nel film "Signori si nasce" , Totò cerca di imbrogliare il fratello , Peppino de Filippo, proponedogli di costruire una tomba di famiglia piuttosto singolare : tutta di marmo nero , otto colonne e su ogni colonna un puttino , uno scalone con 70 gradini, muro del pianto , archi di trionfo , piscina , bar.
Per Achille Bonito Oliva questa idea di Totò rientra nella post-avanguardia.
Nel film "Totò Peppino e la Malefemmina" , vi è la scena celebre in cui Totò detta a Peppino una lettera, e in cui ad un certo punto Totò dice " Punto , virgola , un punto e un punto e virgola ,.....abbondiamo , così non dicono che siamo tirati ....".
Per Bonito Oliva , quella lettera è un testo Futurista , e la scomposizione della sintassi e della punteggiatura è riconducibile al Dadaismo.
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Si tratta di un episodio nel film "Le streghe" , del 1966 , anche se è più celebre del film stesso.
I protagonisti sono Totò e Ninetto Davoli e Silvana Mangano.
Il regista è Pier Paolo Pasolini.
In un epoca imprecisata , Ciancicato Miao ( Totò), impiegato comunale si trova
davanti alla tomba di sua moglie Crisantema , insieme a lui c'è suo
figlio Baciù ( Ninetto Davoli ). Entrambi hanno i capelli rossi.
Crisantema è morta per una indigestione di funghi avvelenati, e la tomba
che i due hanno fatto costruire ha la forma di un statua che rappresenta
la donna come casalinga con un mattarello in mano.
Totò e il figlio , decidono però di non rassegnarsi al
destino , e iniziano a cercare una donna che possa sostituire la moglie-madre.
I due , vivono in una specie di baracca blu , in un luogo dove si trovano
altre baracche , e dove ogni tanto passa una coppia di turisti stranieri ,
in tenuta da safari
( il marito è interpretato da Laura Betti ).
Iniziano allora a valutare tutte le donne che incontrano.
La prima è una vedova alterata che li prende a colpi di ombrello appena
le si avvicinano.
Poi incontrano una prostituta, e quindi si imbattono in un manichino.
Ciancicato e Baciù sono disperati.
Ma poco dopo vedono una donna , Assurdina Caì , ( Silvana Mangano ) dai capelli verdi e
con un viso bianchissimo , che sta in ginocchio davanti ad un altare di un santo.
Ciancicato e Baciù sono incantati da quella donna ,e Ciancicato inizia a parlarle
chiedendole di rispondere, ma la donna lo guarda soltanto.
Allora Ciancicato gli offre una banana , che quella donna inizia a mangiare.
Assurdina non può rispondere perché è sordomuta , e i due lo capiscono
quando possa un aeroplano , il cui rumore intenso non la scuote per nulla.
Ciancicato è deciso allora a proporle di sposarlo , ma deve farlo a gesti.
La donna accetta.
Il matrimonio si celebra in una chiesa vuota , con un gatto come unico testimone,
e Baciù che con una armonica suona il "Và pensiero".
Il prete alla fine delle cerimonia non dice "la messa è finita" , ma
"state bene, buonasera."
Ciancicato , Assurdina e Baciù , vanno nella baracca piena di oggetti
svariati , tra cui un teschio umano , un cinese che vende cravatte , una fotografia
di Charlie Chaplin.
E ' Assurdina , che in una scena accelerata , riporta ordine in quella baracca
trasformandola in un luogo più abitabile.
Ma Ciancicato pensa che sia arrivato il momento di vivere in una vera casa ;
ma purtroppo non hanno i soldi per farlo.
Decidono allora di procurarseli , inscenando un finto suicidio di Assurdina.
E ' dalle arcate , in alto , del Colosseo , che la donna minaccerà di gettarsi, se
non sarà aiutata dalla società.
Sotto , nella strada, Ciancicato e Baciù raccoglieranno i soldi offerti da
coloro che stanno osservando la scena.
Arrivano intanto i due turisti , che passavano tra le baracche, che si
arrampicano fino in cima al Colosseo.
Lì gettano via una buccia di banana , sulla quale Assurdina scivola ,
precipitando nel vuoto.
Ciancicato e Baciù sono disperati , mentre altri che li aiutavano a raccogliere
le offerte di quel "pubblico" ridono.
I due allora di nuovo al cimitero , stanno di nuovo davanti alla lapide
eccentrica di Assurdina , simile a quella della prima moglie.
Ma ritornati nella baracca vi ritrovano Assurdina sorridente ,
in abito da sposa.
I due fuggono terrorizzati , ma ritornano all ' ora di pranzo , iniziando
a dialogare con Assurdina , e constano che anche da morta può fare tutto
ciò che si fa da vivi.
" E' la felicità ! " grida Ciancicato.
Poco dopo appare una didascalia , che rappresenta la morale del film : " Essere vivi o morti è la stessa cosa".
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Negli anni '60 ci furono molti film "a episodi".
Nacquero per un motivo poco filosofico e molto umano.
Molte volte , i registi che volevano mettere insieme
attori celebri in qualche loro film, si scontravano
con la "suscettibilità" di molti di loro , i quali non volevano
recitare come "spalle" di loro colleghi altrettanto celebri ,
e nemmeno , vedere il proprio nome a caratteri più piccoli, di quello degli stessi colleghi , sui manifesti cinematografici e
sulle locandine.
I registi allora escogitarono la trovata, di
dividere il film in più episodi , dove in ognuno era protagonista
uno degli attori celebri.
Il film " Gli Onorevoli" , girato nel 1963 , era strutturato in modo simile.
Non vi erano però degli episodi con inizio e fine ( es. " I mostri " ), ma le loro storie scorrevano
parallele , alternandosi.
E ', come si intuisce dal titolo , un film che si incentra
su una campagna elettorale di vari candidati.
Anzi sulle avventure, o per meglio dire , sulle disavventure dei
vari candidati che erano interpretati da alcuni dei grandi protagonisti
della commedia italiana.
Franca Valeri interpretava una candidata della DC, alle prese con un corteggiatore-impostore , Franco
Fabrizi.
Gino Cervi era il candidato Liberale che doveva fronteggiare un avversario arcigno, Aroldo Tieri , candidato
del Partito comunista.
Peppino de Filippo , del movimento sociale , dopo una disavventura con un meccanico antifascista ,
Memmo Carotenuto, riusciva a raggiungere gli studi della Televisione, dove
avrebbe dovuto partecipare alla Tribuna Politica.
Ma lì , Peppino sperimentò su di sè gli effetti della "politica spettacolo" già teorizzata dal truccatore televisivo,
Walter Chiari.
Totò interpretava , Antonio La Trippa, candidato del partito nazionale
della restaurazione, di ispirazione monarchica
( anche Antonio de Curtis nella realtà era monarchico ),
che seppure animato da una volontà immensa, doveva affrontare una serie di ostacoli.
Innanzitutto non aveva un numero di lista "spendibile".
Il film è stato girato nel 1962 , e c' era il sistema
elettorale proporzionale, e a lui avevano assegnato il 47,
che per i giocatori del lotto significa "morto che parla".
Faceva dei comizi improvvisati.
La sua tribuna era la stanza da bagno , e da lì con un megafono
rudimentale , arringava i suoi coinquilini.
Ma il candidato La Trippa , aveva però contro molte persone
a lui vicine.
Innazitutto la moglie che non nascondeva di votare per la DC.
Il suo maggiordomo, un suo ex soldato che votata per il PAPI, un partito dei pensionati
la cui sigla venne fraintesa da Totò , il quale non riusciva a capire come la Dc avesse
fatto a candidare il Papa (!)
E c ' era il portiere dello stabile , Riccardo Billi , che proprio
non lo sopportava.
Ma venne il giorno del comizio finale ,a Roccasecca , lì dove il Partito Nazionale della
Restaurazione , aveva la suo collegio elettorale più sicuro, e dove il cavaliere Antonio La Trippa
era stimato e rispettato dagli elettori che ne apprezzavano la onestà ; e quindi
lo avrebbero votato in massa.
Arrivarono per l ' occasione , anche i vertici del partito, che in verità
non aveva molti deputati e in quelle elezioni faceva affidamento soprattutto
sul cavaliere La Trippa , che forse sarebbe stato il loro unico
esponente in Parlamento.
C ' erano da definire le linee generali, e cosi il presidente del partito e gli altri
dirigenti , dissero a Totò quali erano i loro progetti per
il futuro.
Il Cavaliere La Trippa ascoltava.
Gli dissero che la loro scarsa rappresentanza parlamentare , poteva anche
avere dei lati
positivi.
Perché anche un solo voto , in Parlamento può essere determinante
per approvare una legge o per votare una maggioranza di governo.
Ma un eventuale aiuto da parte loro , doveva fondarsi sul
principio del "Do ut Des".
Totò sulle prime non aveva inteso bene questo "Do adesso" (!)
Ma i dirigenti del suo partito glielo spiegarono subito.
Data la fiducia che gli elettori di Roccasecca avevano
per il candidato La Trippa , lui sarebbe di sicuro stato eletto.
Arrivato in Parlamento avrebbe ceduto al migliore offerte il suo voto e in cambio
al partito sarebbero andati degli appalti.
Il Cavaliere La Trippa capì.
"Scusate la mia ignoranza in questa specie di politica. Ma io
so che il deputato dovrebbe fare gli interessi del cittadino."
disse Totò, ormai scoraggiato e deluso.
"Cose passate" dissero subito gli altri a quel tavolo.
Si spostarono allora in piazza dove la popolazione aspettava
il suo candidato.
Totò , salì sul palco , e iniziò i suo comizio.
Stava per cominciare un comizio mai visto !
" Se io vi dicessi che una volta eletto farò costruire ponti , strade ,
case...case, ....voi mi credereste ?" urlò Totò al pubblico.
"Si !!" fu la risposta unanime, del popolo che lo ascoltava.
Ma il candidato La Trippa ribattè.
" E' perchè siete fessi.....perché io una volta eletto , per Roccasecca non
potrò fare un cacchio ... dico .... cacchio !".
La gente era scioccata.
"Non votate per me !!! " allora urlò il candidato La Trippa , mentre
il camion , che serviva da palco ,con tutti i rappresentanti del partito
si allontanava , e la gente inferocita gli lanciava ortaggi.
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Il film "Un mostro e mezzo" , del 1965 , ha avuto come interpreti pricinpali
Franco Franchi e Ciccio Ingrassia.
Ma in questo film , all ' origine i protagonisti dovevano essere
Totò e Boris Karloff.
La curiosità della vicenda stà sia nel tipo di film , sia nella coppia di attori
che all ' origine dovevano essere i protagonisti.
"Un mostro e mezzo" è un film non usuale per la cinematografia italiana.
E ' infatti un accostamento di due generi , il noir e la commedia.
E ' noir la prima parte del film , con qualche scena "alla Roger Corman",
la seconda parte sè composta in modo paritario dai due generi cinematografici.
( Ricordo un altro film , di genere simile : "Crimen" , di Mario Camerini, nel '60 ).
Ma in realtà , credo si tratti di una semplificazione , necessaria , dato
che le due componenti del film sono prese in alcune loro varianti.
In breve la trama.
Su un treno francese , dentro una valigia , viene trovato un cadavere. Del fatto viene accusato un viaggiatore ( Franco Franchi) ; ma non è lui il colpevole.
Condannato a morte tramite ghigliottina , riesce a fuggire , durante l ' esecuzione
aiutato da un uomo ( Ciccio Ingrassia) , prima intravisto nel treno , e che
poi gli si era presentato anche in carcere, per condurlo alla esecuzione.
La ricompensa che ex condannato morte , si trova a dare al suo soccorittore
stà nel prestarsi ad un esperimento : il soccorritore , che è un chirurgo , vuole cambiargli i tratti del volto e utilizzarlo per potere a termine un
suo progetto ....
Premesso che il film è stato , secondo me , ben interpretato dai due attori siciliani
è però interessante anche pensare a come si sarebbe sviluppato qualora
i protagonisti fossero stati Totò e Boris Karloff.
Questa coppia sarebbe stata innanzitutto piuttosto curiosa.
Totò in quel periodo iniziava a interpretare ruoli cinematografici
più rilevanti ( era iniziata la fase della collaborazione con Pasolini ).
Boris Karloff , aveva avuto il suo momento di celebrità , interpretando
il personaggio di Frankenstein , e divendonone l ' icona per antonomasia.
Negli anni 50 e 60 aveva interpreato vari film del genere horror , ma la
sua carriera conclusasi nel '68 , era rimasta , e rimarrà legata a Frankenstein.
Sarebbe interessante sapere quali ruoli sarebbero stati interpretati
dai due.
In teoria ognuna delle due ipotesi è valida.
Sia la prima , per cui Totò avrebbe potuto interpretare la parte poi
di Franco Franchi ( vittima-protagonista ) , e Karloff la parte
poi di Ciccio Ingrassia ( chirurgo-protagonista in seconda lettura).
Ma dati i "trascorsi" di Karloff , non si può escludere la possibilità
che invece Totò interpretasse la parte del chirurgo , e Karloff , quello
della vittima , da sottoporre alla plastica facciale.
Valutando le "affinità" di recitazione e di mimica , tra le due coppie di attori , io
propenderei per la prima ipotesi.
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Un altra delle casate che si possono riscontrare nel nome completo del
Principe Antonio de Curtis , è quella dei Ducas.
Fu una famiglia aristocratica bizantina , che arrivò al trono
imperiale con Costantino X e Michele VII Parapinace.
Costantino X ( ? - 1067 ) , fu imperatore bizantino dal 1059 , alla
abdicazione di Isacco I Comneno di cui era ministro, fino al 1067.
Frenò il prepotere militare , ma sguarnì il fronte asiatico , contro i
selgichidi , e quello illirico contro gli ungari.
Michele VII ( ? ) fu imperatore d ' Oriente dal 1067 al 1078.
Detronizzato
per la sua inettitudine al governo si fece monaco e divenne
poi vescovo di Efeso.
Il declino dei Ducas , però , fu rapido , dopo il XIII secolo.
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Sarebbe interessante sapere , quali sono le città che hanno dedicato
al Principe Antonio de Curtis, una strada , una piazza , o una scultura.
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Rai 3 . ore 09:15 . Sua Eccellenza si fermò a mangiare ( Italia '61 )
Regia : Mario Mattoli.
Con : Totò , Ugo Tognazzi , Virna Lisi ,
Lia Zoppelli, Raimondo Vianello.
Nota : Totò , interpreta la parte di un ladro , che
si trova a tentare di rapinare una casa , in cui un uomo
( Ugo Tognazzi ) , che vi si trova in compagnia della sua amante, telefona
alla moglie (Virna Lisi ) , dicendo invece di trovarsi in compagnia
di un certo Dottor Tanzarella.
Il giorno dopo , l ' uomo affrontato sulla questione dalla moglie e dalla suocera ( Lia Zoppelli ) , sarà
"giustificato" con l ' arrivo di Totò , che si presenterà
come ,Dottor Tanzarella , suo amico di lunga data.
Ma il Dottor Tanzarella , esiste davvero , ed è il medico personale di Mussolini..... Da quel momento iniziano
una serie di equivoci.
Da non perdere alcune scene : la visita al
"malato presunto" ,nella trattoria , la "consulenza
medica" a Lia Zoppelli per il genero , Ugo Tognazzi, e la telefonata a "Lui".
Valutazione : Secondo tentativo di utilizzare la coppia
Totò - Tognazzi.
Il film è divertente , ma Ugo Tognazzi non
è una "spalla" , o non è
la spalla ideale per Totò, che comunque
riesce a "portare" lo spettatore fino alla
fine del film, grazie alla sua comicità
che si adatta anche a condizioni non
favorevoli.
Venerdì 11 Luglio
Rai 1 . ore 03:20 . Il ratto delle Sabine ( Italia '45 )
Regia : Mario Bonnard
Con : Totò
Nota : In questo film , già trasmesso in TV un paio di mesi fa , una
compagnia teatrale decide di mettere in scena un testo di un
autore sconosciuto.
Valutazione : Film della prima parte di carriera di Totò.
Lo spettatore dovrebbe vederlo senza l ' idea
di confrontarlo con il film "classici" di Totò
( es. Totò Peppino e la Malafemmina )
Venerdì 11 Luglio
Retequattro . ore 20:30 . Totò Vittorio e la Dottoressa ( It/Fr/Sp '57)
Regia : Camillo Mastrocinque
Con : Totò , Vittorio De Sica , Abbe Lane
Nota : Totò è un detective privato , che insieme ad
suo collega , viene incaricato da due donne
di scoprire , quanto più possibile sulla vita
di una dottoressa americana ( Abbe Lane ) sposata
con il loro nipote.
Da non perdere la scena del dialogo , in ufficio,
tra Totò , il suo aiutante e le due donne.
Valutazione : Anche qui Totò deve "far da solo" molte scene.
Con Vittorio De Sica , che
da l ' impressione di volere
concludere al più presto possibile
questo film.
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Una precisazione.
Nel numero precedente , a proposito del film
"Totò contro il pirata nero" , avevo citato tra i protagonisti
Carlo Giuffre. In realtà si trattava del fratello , Aldo.
Mi scuso con i lettori per l ' errore.
Questo numero della E-zine "Il Genio" è stato ideato , scritto ed editato
da Ninni Radicini
Spero che i lettori abbiano trovato interessante il contenuto.
Scusate per gli eventuali errori di sintassi.
Sarò lieto di rispondere a qualunque commento , o domanda sulla E-zine o sui singoli articoli.
Ninni Radicini
Oggi 1 Luglio 1997