Il brano che vorrei considerare è tratto dal film
"Letto a tre Piazze" , del 1960 , diretto da Steno , con
Totò , Peppino de Filippo , Aroldo Tieri e Nadia Gray.
Antonio Lo Cosimo , Totò, inviato sul fronte Russo ,durante la seconda guerra mondiale
è stato dichiarato disperso.
Per circa 20 anni non si è più saputo niente di lui.
La moglie, Lietta , ( Nadia Grey ) , si è però risposata , con il
professore Castagnano ( Peppino de Filippo ) , che insegna materie
letterarie in una classe femminile del liceo.
Proprio dopo che Peppino è riuscito a far traslocare in
cantina , un ritratto del soldato disperso in Russia , mentre sta
festeggiando il settimo anniversario di matrimonio,
ecco che avviene l ' imprevedibile.
Un uomo , in abiti malandati , colbacco , e due pezzi di
copertone di automobile al posto delle scarpe , si
presenta in casa Castagnano.
Il soldato disperso è ritornato.
E soprattutto la donna si trova alle prese con due mariti :
uno , Peppino , quello legittimo , e l ' altro , Totò, che
anche se non più suo marito per legge , lo
è comunque dal punto di vista sentimentale.
Nè Totò , nè Peppino hanno intenzione di cedere di
un millimetro sui propri diritti "matrimoniali".
Ognuno dei due si considera il marito effettivo
di Lietta , la quale per sedare un rissa tra i due contendenti,
decide di ascoltare il parere dell ' avvocato , Vachi ,
che tra l ' altro è il suo corteggiatore.
In salotto si riuniscono , Totò , Peppino , la moglie e l ' avvocato.
La parte dell ' avvocato è interpretata da Aroldo Tieri.
Grande attore calabrese di cinema e di teatro , il quale in molti film , tra
la fine degli anni 50 e gli anni 60 ,interpretava personaggi
medio borghesi , ai quali riusciva a dare , con grande bravura ,
un carattere nevrotico.
Totò inizia a spiegare all ' avvocato che lui , ha
impiegato 20 anni per ritornare , a piedi , dalla Siberia a Roma,
perchè doveva camminare piano , dato che lì le strade
sono piene di neve e si scivola ( !) , e che la neve in Siberia
è fredda (!?) , a differenza di quella che cade in Italia
con la quale ci si possono fare le palle di neve.
Totò aggiunge che lui , ad un certo punto durante
un combattimento immane , ha perso la memoria, e spiega
anche la disposizione e le caratteristiche degli eserciti
che si combattevano.
C' erano , i Tedeschi , i Russi , e .....i Turchi,
E Totò aggiunge , che questi ultimi "parlavano Russo ,.... ma erano Turchi. "
Peppino gli dà del bugiardo , perché dice a Totò, che durante la seconda guerra mondiale , " I turchi
non hanno combattuto in Russia."
E' proprio su questo momento del film , su queste sue
battute scambiate tra Totò e Peppino, che vorrei fare qualche
considerazione.
Inizio col dire che la battuta di Totò sui "... Turchi
che parlano Russo" credo faccia sorridere lo spettatore
soprattutto per l ' irruenza con cui Totò fa l ' affermazione.
Totò , con la sua battuta ( insieme alla risposta importante di Peppino )
, in pochi secondi, riesce a
evidenziare una questione geopolitica piuttosto articolata , che non ci aspetterebbe di
trovare in un commedia italiana.
Totò non sta dicendo una inesattezza.
Anzi.
L ' Urss , infatti, comprendeva anche dei territori , nel parte meridionale,
nei quali abitano da millenni , popolazioni di origine turca.
Ad esempio i Tatari , che sono popolazioni turche che si trovano in
una area che comprende la Russia meridionale , la Persia , e il Caucaso.
Queste
popolazioni hanno caratteri europoidi , di vario tipo ( baltico , uralide , etc ).
L ' Unione Sovietica comprendeva stati ( oggi indipendenti ) quali , Kazakistan , Uzbekistan , Turkmenistan ,
Tagikistan , Kirghyzistan.
Questi stati stavano su una regione dell ' Asia centrale che si chiama Turkestan, che
si estende tra il Mar Caspio e il deserto dei Gobi. In quest ' area geografica
si parla idiomi del ceppo linguistico turco.
Sempre nell ' Urss , vi era uno stato il Turkmenistan , dal 1991 indipendente,
in cui la maggioranza dei suoi abitanti , i Turkmeni, sono un gruppo di etnia
turca, che abitavano questo territorio già nell ' XI secolo.
L ' affermazione di Totò , non è quindi errata da un punto di vista
sostanziale ( il suo riferimento a soldati "turchi" , nel senso
di appartenenti ad un gruppo etnico turco , è esatto ).
E ' semmai approssimativa , dal punto di vista formale.
Lui dice i "Turchi". Avrebbe , in teoria, dovuto specificare , visto che
altrimenti si sarebbe potuto pensare , agli abitanti dello stato della Turchia.
E la Turchia non combatté sul territorio russo , durante la seconda guerra
mondiale.
Per questo motivo Peppino ( professore di italiano e storia ) , dice
che Totò è un bugiardo, interpretando in modo soltanto formale l ' affermazione
di Totò , Antonio Lo Cosimo.
Tutta la questione , che oggi può sembrare piuttosto semplice, credo
non lo fosse quando fu girato il film , nel 1960.
In quel momento , ma in genere fino alla implosione dell ' Urss,
coloro che abitavano entro quel territorio erano
indicati come sovietici ( appartenenti allo stato dell ' Urss ) , o
in modo più imperfetto , in genere , Russi ( tutti compresi , dall ' Estonia
all ' Uzbekistan ).
Dopo il 1991 , la nascita di repubbliche indipendenti , o di autonomia ampia da
Mosca , ha posto alla attenzione l ' esistenza , di gruppi etnici , regioni , territori
non erano così conosciuti a livello popolare.
Quindi la battuta di Totò è molto più rilevante di quanto
possa sembrare in prima istanza, perché fa notare una questione
che all ' epoca del film non era così evidente : una questione geopolitica.
Inizio Pagina
Questa estate , Canale 5 , ha iniziato a trasmettere i telefilm di "Mr. Bean".
Nulla di strano.
Soltanto che qualche giorno prima della prima puntata, è iniziato
una specie di traino per l ' "evento".
L ' attore che interprata la parte di Mr. Bean si chiama
Rowan Atkinson , è britannico , ha poco più di 40 anni , e prima
di fare il comico , si è laureato in ingegneria e ha interpretato
una parte nel film "007: Mai dire Mai" , del 1983 ( nel quale vi fu
il ritorno di Sean Connery ).
Per quasi tutta la settimana precedente al primo telefilm da trasmettere,
ci è stato detto che stavamo ( buon per noi ) per assistere al più
grande fenomeno ( pure lui ? ) della comicità dei nostri tempi.
E va bene (!) , nella pubblicità non si va al risparmio di qualifiche.
Però , come capita di solito , quando si esagera troppo si rischia di far
scoprire il gioco.
Mi è capitato, proprio in quel periodo, di leggere
e di vedere qualcosa che rientra nell ' ultima condizione che ho citato :
il "fenomeno" veniva paragonato a Totò.
Già a questo punto potremmo fermarci e lasciare che chi sta leggendo ,
si riprenda dallo shock.
Ma purtroppo dobbiamo proseguire perché il peggio è quanto segue.
Utilizzando la tecnica del Marphing ( quella tecnica di computer graphics che permette di creare una
sequenza di volti , a partire ad uno inziale ), sono riusciti a "passare" dal volto di Totò a
quello di Rowan Atkinson ( aggiustando la capigliatura , il naso , etc ).
Questo per convincere il lettore che non solo c'erano dei punti in comune
nella recitazione ( ?) , ma anche dal punto di vista fisico.
A questo punto la foga potrebbe anche prendere il sopravvento in qualcuno.
Ma credo che usando un po' la logica di possa smontare in modo razionale
quanto con la irrazionalità , ( definiamola così ) si è cercato di far passare.
Cominciamo con la recitazione ( ?).
Mr.Bean - Atkinson appartiene alla tipologia dei comici anglosassoni.
Per la maggior parte , questo tipo di comici non fondano la loro arte
sulla parola , ma sulla mimica, sui gesti , sulle espressioni del volto.
Non a caso i comici anglosassoni più celebri sono stati quelli del cinema
muto ( Chaplin , Buster Keaton, Harold Lloyd , ad esempio ) .
Tra loro , sono stati pochi coloro che sono riusciti a conservare
il proprio successo , con l ' inizio del sonoro.
L ' esempio immediato sarebbe rappresentato
da Stanlio & Ollio.
Ma forse , in questo caso , bisogna considerare , come
punto importante del loro successo nel cinema "parlato" , anche il doppiaggio
( in Italia , Ollio - Oliver Hardy , fu doppiato , come noto , da Alberto Sordi , che
diede al personaggio quella intonazione e quel modo si parlare che è divenuto
celebre , e che si contraddistingueva per lo spostamento degli accenti sulle
parole ).
[ L ' aspetto andrebbe analizzato perché è determinante ..... ]
Tra i comici anglosassoni parlanti vi sono Bob Hope e Jerry Lewis.
Su Bob Hope sarebbe da discutere già la stessa qualifica di comico.
Rimarrebbe Jerry Lewis. Certo ha avuto successo , in coppia con Dean Martin
( riprendendo però lo schema della coppia comica , di natura italica ).
Ammettiamo
di non prolungarci sulle sue qualità.
Sarebbe Uno contro una moltitudine di attori ( artisti ) comici ( o anche comici ) italiani.
Il paragone è , come evidente, improponibile.
Mr. Bean sta' nella tradizione dei comici anglosassoni.
Lui non parla. La parola per lui è un "optional".
Mr.Bean "fa le facce" , si muove.
[ A proposito avete notato che certi artisti ( cinematografici e televisivi )
si muovono in continuazione : saltano , ballano , urlano. Non sarà un modo
per distrarre il pubblico ?
Un modo per non far notare al pubblico , le proprie lacune ?
Chissà ..... ]
Mr. Bean appartiene a questa tipologia.
Quindi lui attore "non parlante" , o ( se lo sarà ) , eccezionalmente parlante,
non può , già solo per questa condizione di inizio , essere paragonato
a Totò che invece della parola ( insieme alla mimica ), faceva il fulcro della
sua recitazione.
Caduta la prima ipotesi di confronto tra Totò e Mr.Bean , passiamo
alle loro capacità mimiche , espressive.
Mr. Bean cerca di recitare solo con "le faccie".
Totò recitava con il corpo , il cervello , e la voce.
"Le faccie" di Mr. Bean , in realtà , non sono poi nemmeno molte.
Si potrebbero razionalizzare a due : soddisfazione e scontentezza.
Con una caratteristica in comune.
Entrambe le espressioni sono esagerate.
E lo sono nel senso più strumentale del termine.
"Le facce" di Mr. Bean , anzi , sono talmente esasperate che il pubblico
probabilmente, quando le vede , non le nota in relazione al contesto ,ma proprio
per la loro esasperazione.
Totò invece riusciva a far aderire le sue espressioni facciali alla scena.
In questo modo se Totò esprime, con il volto , una condizione di
riflessione , il pubblico nota questa condizione insieme con il modo
originale di esprimerla con il suo volto.
Senza naturalmente andare a confrontare i sue personaggi , dal punto di vista
dell ' utilizzo delle articolazioni del corpo ( il solo paragone sarebbe irriguardoso
nei confronti delle capacità artistiche di Antonio de Curtis , e inoltre non esiste
la controparte in questo senso ), e senza andare oltre nella analisi
delle differenti caratteriste dei due personaggi , si può concludere
che anche il secondo punto di paragone ( teorico, da sottolineare ) tra
Totò e Mr. Bean è a vantaggio di Totò.
Quindi non ha da esserci alcun motivo , punto di paragone , caratteristica,
che renda il personaggio di Mr. Bean paragonabile con un artista con le qualità
di Totò.
Inizio Pagina
In genere quando si parla degli attori che fecero coppia con Totò
si pensa soprattutto a Peppino de Filippo, o altre volte a Nino Taranto,
o ad Aldo Fabrizi.
Erano però coppie piuttosto originali e forse con caratteristiche irripetibili
nella storia del cinema.
I tre attori che ho prima citato erano celebri , e popolari.
Di solito le coppie comiche o si costruiscono quando nessuno dei due
componenti è celebre ( o comunque più celebre dell ' altro ) , come
nel caso di Stan Laurel e Oliver Hardy negli Stati Uniti , o in Italia nel
caso di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, oppure si decide di mettere
insieme due attori sulla base di qualche complementarità.
La coppia Totò e Peppino ( o Aldo Fabrizi , o Nino Taranto) non erano di questo tipo.
Venivano infatti inventate , quando già entrambi gli attori erano celebri.
Questo credo potrebbe creare difficoltà, se uno dei due attori pensa che
l ' atro voglia evidenziarsi più di lui , lasciandolo nella parte di comprimario, e
far sì che la comicità risultante dei due attori , non sia
la somma le due capacità interpretative , ma rischia di essere addirittura
la differenza !
Totò e Peppino invece , come per volere della natura , era complementari
in modo perfetto.
I due attori riuscirono , secondo me , ad aggirare il problema su chi
avrebbe potuto essere il primo e chi la "spalla", perchè riuscirono
a creare due personaggi convergenti.
Ma vi furono anche dei tentativi di mettere insieme Totò con tanti altri
attori.
Purtroppo i risultati non sempre furono lusinghieri. E la dimostrazione
sta nel fatto che , in molti casi la "coppia" durò soltanto per un film.
Totò si è trovato a far coppia , tra l ' altro , con attori quali, Fernandel , Ugo Tognazzi,
Gino Cervi, Pietro de Vico, Louis de Funes , Walter Pidgeon.
Non con tutti questi attori , Totò ottenne gli stessi risultati.
Con alcuni di loro il tentativo di costruire una coppia , fu molto forzato,
ad esempio con Walter Pidgeon , ne "I due colonnelli".
Con altri il tentativo fu più riuscito , ad esempio con Pietro de Vico , in
" Che fine a fatto Totò Baby ? " , e in una scena di " Totò Diabolicus ".
Ma ad ogni modo con gli attori prima citati non si crearono delle coppie
durature.
Vorrei considerare la coppia Totò - Fernandel.
Fernandel , attore francese , è diventato celeberrimo interpretando la parte di Don Camillo, nella
serie cinematografica di Don Camillo e Peppone.
I film di Don Camillo ( Fernandel ) e Peppone ( Gino Cervi ) ,
cominciarono all ' inizio degli anni 50 e terminarono a metà degli anni 60.
( In seguito nel 1972 , venne fatto un altro film , "Don Camillo e i giovani d ' oggi "
diretto da Mario Camerini , con Lionel Stander nella parte di Peppone , e Gastone
Moschin nella parte di Don Camillo ).
Fernandel , credo , proprio per la sua interpretazione di Don Camillo ,
sia tuttora l ' attore comico francese più popolare in Italia.
Nel 1958 , in pieno successo , si pensò di mettere insieme , l ' attore comico
italiano più celebre , con il suo "collega" francese.
Il film che li vide recitare insieme è "La legge è legge".
La storia si sviluppa sulla particolarità di un paese , che si trova
proprio sul confine tra Italia e Francia.
Talmente sul confine che , alcune parti del paese stanno in territorio italiano
e altre in territorio francese.
Addirittura anche alcune case sono divise dal confine : alcune stanze
stanno in Italia e altre in Francia !
Fernandel interpreta un doganiere francese. Totò , la parte di un contrabbandiere italiano.
Come si può immaginare la vicenda inizia sul tipo "guardia e ladri", fino a quando
Totò non viene catturato da Fernandel.
Lì la storia cambia registro.
Totò e Fernandel stanno in una osteria, e Totò
dice che Fernandel non è francese , ma italiano !.
Perchè la casa in cui è nato sta in territorio italiano , anche se lui
è stato registrato alla anagrafe francese.
Da qui in poi , il doganiere cercherà di vedersi riconosciuta la sua cittadinanza
francese.
I due comici non davano di l 'impressione di trovarsi bene, perché molto
semplicemente non potevano intendersi.
Utilizzando una metafora ,Totò , nei suoi film , " gioca " o da regista ( es. ne "La banda degli onesti" )
o da terzino d ' ala ( es. "Totò Fabrizi e i giovani d' oggi " ). Non ha
mai " giocato" da portiere, o da attaccante.
E con Fernandel
era nelle condizioni di giocare soltanto in questi due ruoli.
Gli attori che facevano coppia con lui , o "giocavano" da mediano-incontrista
( es. Aldo Fabrizi ) o da mezza punta ( es. Peppino de Filippo ).
Fernandel non era , neppure lontano un chilometro ,un attore sul modello
di Peppino , per motivi geo-culturali.
Anzi probabilmente non era neppure
un attore comico , per come in Italia si intende l ' attore comico.
Era un attore che semmai poteva definirsi comico , per come in Francia è intesa
la comicità.
( La comicità non in funzione del luogo che esprime l ' attore , è una
eccezzione , tant' è che gli attori che riescono a far ridere , al di là
delle latitudini , sono pochi , e sono i migliori , per esempio Stanlio & Olio
e , come ovvio , il Principe.
Ma in genere molti attori comici riescono a far
sorridere solo i loro " vicini di casa" , perché utilizzano dei modi che possono
, forse , essere intesi solo da coloro che vivono nello stesso luogo e hanno
la stessa cultura del comico , per esempio il caso di Bob Hope negli Stati Uniti. ).
Fernandel , secondo me , non riusciva quindi ad essere "complice" di Totò come lo erano altri attori.
E questa condizione , che è una discriminate per le coppie comiche , rese
unico quel tentativo.
Fernandel nei confronti di Totò aveva l ' atteggiamento di un padre
pronto a rimproverare il figlio.
Un modello che, prima e dopo di allora, Totò non applicò mai, per il solo
motivo che non funzionava, non permetteva a Totò di usare
le sue qualità.
Inizio Pagina
Questo film è del 1963.
In quell ' anno Totò interpretò da protagonista
5 film, partecipò a "Il giorno più corto" (
film , ambientato durante la prima guerra mondiale, con
una moltitudine di attori celebri ,i dove Totò
, nella scena finale , pronuncia una delle sue frasi più
celebri "...Abbiamo conquistato Trento e conquisteremo
Trentuno .." ) e , fu il protagonista di un episodio,
" Vigile ignoto" , che faceva parte del film "Le motorizzate".
"Il monaco di Monza" è stato diretto da Sergio Corbucci ,
che già aveva diretto Totò, tra l ' altro , nel film "Totò Peppino e la Dolce vita "
nel 1961 , e in "Chi si ferma è perduto" del 1960 , entrambi con Peppino
de Filippo.
Totò si trova accanto a Macario e Nino Taranto.
Ma del film fanno parte anche altri attori noti.
Giacomo Furia ( che fu un ottimo attore in altri film con Totò , ad
esempio "La banda degli onesti " , e "Totò , Eva e il pennello proibito ").
Fiorenzo Fiorentini , attore romano , noto per le sue
interpretazioni teatrali attraverso le quali riprende
il repertorio di Petrolini, oltre che per le sue partecipazioni
a molte commedie cinematografiche ( ricordate la sua
interpretazione del "Genio del male" nel film " Come svaligiammo
la Banca d' Italia" diretto da Lucio Fulci , con Franco
Franchi e Ciccio Ingrassia ? ).
Lisa Gastoni , attrice che divenne celebre tra gli anni
60 e 70, ( ad esempio , fu protagonista insieme a Lou Castel
del celebre film "Grazie Zia" diretto da Samperi ).
Ne film compaiono anche Adriano Celentano e Don Backy,
che cantano la canzone "Fateci la carità" e Moira Orfei
nella parte della monaca di Monza.
Celentano iniziava all ' epoca la sua carriera cinematografica
e da protagonista girò , nel '63 il film "Uno strano tipo"
diretto da Lucio Fulci.
Don Backy circa quattro anni dopo
fu uno dei protagonisti di "Banditi a Milano" di Carlo Lizzani.
Moira Orfei , girò in negli anni 60 vari film del
genere mitologico.
Da notare gli Aiuto Regista del film "Il monaco di Monza".
Uno era Mario Castellani , che recitava anche la parte del nobile
che all ' inizio del film , va da Totò per ritirare
un paio di scarpe.
L ' altro Aiuto Regista è Ruggero Deodato, che in seguito
girò qualche film del tipo commedia-musicale ( che erano di moda
negli anni 60 ), con protagonista Little Tony ( es. "Vacanze in Costa Smeralda"
del 1968 e , nello stesso anno, "Donne.... botte e Bersaglieri" ), e tra la fine degli anni '70 e
l ' inizio degli anni '80 , girò film come "Cannibal Holocaust" nel 1979, e "I Predatori di Atlantide" nel 1983.
In questa stagione televisiva ha diretto la serie "Noi siamo Angeli" con Bud Spencer.
Il Direttore della fotografia era Enzo Barboni.
Poco dopo inizierà a dirigere film del genere "western italiano". Nel 1969 sarà il regista
di "Lo chiamavano Trinità" e in seguito di altri film con la coppia Bud Spencer -
Terence Hill .
- Qualche nota sulla trama del film -
La storia si svolge a Monza. Siamo nel 1600.
Pasquale Cicciacalda ( Totò ) è un ciabattino , che
dopo la morte di sua moglie Provvidenza , si trova a dovere
allevare, 12 figli.
Gli affari di Totò non vanno tanto bene.
Un nobile ( Mario Castellani ) gli aveva commissionato
un paio di scarpe. Totò , che "fa tutto espresso",
rimane nei tempi .
Il nobile prova una delle scarpe, per vedere come stanno.
Ma quella scarpa non vuole entrare, nemmeno a martellate,
come infatti prova a fare Totò.
La scarpa in realtà non avrebbe mai potuto entrare.
Perchè era una scarpa destra e , il nobile cercava di
calzarla nel piede sinistro.
Ma non è lui che ha sbagliato.
Totò infatti gli ha confezionato due scarpe destre !!
E non vuole sentire le lamentele del cliente perché lui
non fa "due pesi e due misure".
Tra l ' altro
lui non ha le forme per le scarpe sinistre , dato che queste
sono state portate via dal suo socio , mastro Nardo , che
è fuggito a Vigevano.
Totò dà quindi una spinta al nobile , facendolo finire a
terra, e va verso uno dei suoi figli che lo ha chiamato.
Gli dice che c'è qualcuno a casa che vuole parlare con lui.
Totò arriva a casa , e per prima cosa dice a quell ' uomo
che se vuole un paio di scarpe , lui fa solo scarpe destre (!).
Ma in realtà quell 'uomo è un funzionario del re , che
è andato lì per sequestrare i beni di Totò , che ha debiti
un pò con tutta la città.
Totò , fatto constatare che lui è "in bianco stecchito",
cerca di far ben valutare i mobili che ha in quella
casa. Naturalmente si tratta di mobili e oggetti
di nessun valore, ma Totò non si perde d ' animo.
In quella casa lui dice di possedere , tra le tante cose,
un letto "egiziano da pomicio",
un altro letto , sul quale Cleopatra si incontrava "con
Marco ..e.. Antonio ", uno sgabello "in pura noce di cocco"
che gli storici facevano risalire al periodo di "Luigi XV",
ma che per lui , Totò, era "un Gaetano della prima maniera".
Fatto il totale , sulla base delle valutazioni di Totò,
per magie della aritmetica , era il funzionario
ad avere un debito con Pasquale Cicciacalda - Totò.
Il funzionario a questo punto si arrabbia , e dice a
Totò che tutti i suoi beni saranno confiscati e che lui
sarà bandito dal paese.
Totò viste le fortune riscosse da un frate, decide
di diventarlo anche lui.
Diventa Fra Pasquale da Casoria, e i suoi figli , dato
che sua moglie si chiamava Provvidenza , diventano automaticamente
i " Figli della Provvidenza " .
A loro si aggregherà il pastore Mamozio ( Macario ) , che
ormai non ha più un gregge , dato che per la fame
ha mangiato tutte le sue pecore.
E ' Mamozio che suggerisce di andare al castello del marchese
de Lattansis ( Nino Taranto ).
Notevoli nel film sono i dialoghi tra Totò e Nino Taranto.
Il marchese De Lattansis che riceve Totò , Macario , e i "Figli della Provvidenza ,
nel suo castello.
Mentre stanno davanti ad un camino il marchese de Lattansis
chiede a Fra Pasquale se è "sudista". Totò risponde dicendo di
essere oriundo (!), ma di essersi poi trasferito
a Monza [ il termine , oriundo, all ' epoca era celebre
perché indicava i calciatori stranieri di origine italiana
che venivano tesserati dalle squadre italiane ].
Buona notizia , per il marchese de Lattansis , il quale dice
di discendere dai Borboni.
Totò interviene subito e dice che allora sono quasi parenti, perché
lui a casa aveva un ...barboncino (!).
Totò , nonostante fosse monarchico e ci tenesse molto
ai titoli nobiliari e all ' araldica, in vari film
ironizzò su questi aspetti.
Il marchese de Lattansis ha concesso a Fra Pasquale
e a tutta la sua compagnia di risiedere al castello (e
Totò ironizzò sul "concesso" ), ma il monaco, dell '
ordine dei "Vedovi Scalzi",
doveva aiutarlo a risolvere una questione importante.
Lui , il marchese De Lattansis , voleva sposare sua
cognata , Fiorenza ( Lisa Gastoni ) , anche se lei non
ne aveva alcuna intenzione, tant ' che , in cerca
di aiuto , aveva lanciato dalla finestra un piatto
d' argento dove aveva inciso la sua richiesta di aiuto e
la promessa di un compenso di 1000 scudi a chi l ' avrebbe
aiutata.
Il piatto era finito in testa a Mamozio.
Totò , dopo avere letto quanto c' era scritto, decideva
di entrare nel castello.
Quindi Totò doveva cercare di prolungare quel gioco
cercando di ottenere la ricompensa senza allo stesso
stesso tempo inimicarsi il marchese.
[.....]
Naturalmente Totò riuscirà , in qualche modo,
a togliersi dagli impicci.
- Nota -
Interessante da un punto di vista storico , una
osservazione di Fra Pasquale - Totò.
Durante una conversazione con Fiorenza ,
Fra Pasquale dice di essere in parte napoletano e in parte
di Casoria ; "in famiglia , siamo bilingue " , dice.
La considerazione è esatta nella realtà del 1600.
Con la penisola italiana divisa in una moltitudine
di stati , e domini, e con la non elevata comunicazione
tra popolazioni di città differenti, i pochi chilometri
che potevano dividere due zone abitate , diventavano
un abisso , che creava realtà , dialetti, lingue differenti.
Inizio Pagina
.
Spero che i lettori abbiano trovato interessante il contenuto.
Scusate per gli eventuali errori di sintassi.
Sarò lieto di rispondere a qualunque commento , o domanda sulla E-zine o sui singoli articoli.
Ninni Radicini
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Oggi 10/09/97 23.31.14