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LA PREISTORIA DELL'ISOLA DI SALINA E LA STRATIGRAFIA DI LIPARI.

Maria Clara Martinelli - Collaboratrice esterna del Museo Archeologico Eoliano


I recenti scavi archeologici nell'isola di Salina, una delle "isole minori" dell'arcipelago Eoliano, hanno mostrato una intensa frequentazione anche di questa isola, durante tutte le fasi della preistoria (fino all'età del bronzo medio) evidenziate nella imponente stratigrafia di Lipari.
Il periodo più antico, è rappresentato a Salina dal sito di Rinicedda, dove è venuto alla luce il suolo di una capanna di forma ovale, contemporaneo alla fase iniziale del Neolitico medio di Castellaro a Lipari. Questa importante scoperta conferma il ruolo economico dell'ossidiana e la sua influenza nel popolamento delle Eolie. Nel caso di Rinicedda l'ossidiana veniva raccolta a Lipari e poi a Salina veniva ulteriormente lavorata e preparata per l'esportazione, come dimostra l'abbondanza di scarti di lavorazione trovati sul suolo archeologico.
Una stazione probabilmente di caccia, attribuibile al neolitico superiore dai pochi frammenti di ceramica di stile Diana, è stata individuata sul monte Fossa delle Felci, ad una quota di circa 900 m s.l.m.. Insieme ai pochi frammenti ceramici vi sono molte lame e schegge in ossidiana.
L'Eneolitico è documentato in più insediamenti, che si sono rivelati di notevole importanza per la conoscenza del suo periodo finale. Il sito di Serro Brigadiere, mostra una continuità insediativa dal Neolitico finale (fase Diana-Spatarella), l'Eneolitico (Culture di Piano Conte e Piano Quartara), il Bronzo antico (Cultura di Capo Graziano) fino al Bronzo medio (cultura del Milazzese).
Alla cultura di Piano Quartara appartiene anche Serro dell'Acqua dove si sono riconosciute alcune capanne, ed il corredo di una tomba trovata a Malfa dal parroco Marchetti nel 1928.
Si osserva quindi rispetto all'isola maggiore di Lipari, una maggiore densità di piccoli nuclei abitativi alla fine dell'Eneolitico.
Pur essendo un periodo di recessione economica delle isole Eolie dovuto, come osserva Bernabò Brea ad un calo dei traffici attraverso lo stretto di Messina e contemporaneamente all'incremento delle rotte commerciali attraverso il canale di Sicilia, nell'isola di Salina questa cultura tardo - eneolitica, sembra affermarsi maggiormente attardandosi fino ai primi contatti con le genti di Capo Graziano.
La Cultura di Capo Graziano, è testimoniata nella Contrada Megna e a Serro, Brigadiere localizzati su pianori, e a Serro dei Cianfi posto su un dosso poi dilavato per erosione.
Con l'età del Bronzo medio, come in tutte le altre isole, si afferma la cultura del Milazzese di cui si trovano testimonianze a Serro dei Cianfi, a Serro Brigadiere e sulla cresta della Portella.
L'isola di Salina, verrà abbandonata, dopo la distruzione violenta dei suoi villaggi, insieme alle altre isole minori dell'arcipelago, durante la tarda età del Bronzo, quando sarà abitala solo l'acropoli di Lipari, con le facies culturali liparesi note come Ausonio I e Ausonio II.


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