Recentemente durante alcuni sopralluoghi condotti nel territorio di Partanna si Ŕ avuto modo di notare con amarezza come, nell'arco di un decennio, i connotati geomorfologicl di alcune contrade siano stati cambiati dalle trasformazioni fondiarie.
In contrada stretto diversi cocuzzoli di colline sono stati spianati per l'impianto di vigneti, altri semplicemente ruspati in virt¨ dei finanziamenti concessi dall'Assessorato Regionale all'Agricoltura e poi abbandonati a se stessi. Non manca di vedere qua e lÓ stradelle tagliate lungo i costoni rocciosi dove insistono le necropoli rupestri alcune delle quali giÓ violate alla fine dello scorso secolo. E non Ŕ raro notare, come porzioni di roccia interposte fra le tombe a grotticella siano state asportate con mezzi meccanici alla ricerca di una nuova tomba. Oggi alla beffa si unisce il danno, infatti mentre prima lo scavo clandestino veniva praticato a mano con piccoli strumenti, lo scavo con il mezzo meccanico non lascia alcuna traccia della tomba violata. In prossimitÓ del vallone Don Antonio, in contrada Ciafaglione, Ŕ stata cancellata dopo profonda ruspatura la contrada tomba a grotticella delle "cinquemila perline" violata recentemente da scavatori di frodo. Ascoltando le storie di paese che al di lÓ della ovvia fantasia che accresce a dismisura la realtÓ, si racconta che gli scavatori dopo la setacciatura del territorio di riempimento della tomba hanno recuperato circa cinquemila elementi di collana in pietre dure. Ad aggravare il danno di questo lembo di terreno anche dal punto di vista ambientale, Ŕ stato il sospingere il pietrame di risulta dello sbancamento dentro il vallone sottostante ostruendone il percorso. Spostandoci nella zona di Torre Donzelle, nota ai paletnologi per il recupero effettuato negli anni settanta da G. Mannino di una grande ciotola ad alto collo cilindrico decorata da schemi ornamentali tipici della facies del Bicchiere Campaniforme, Ú stata rinvenuta una tomba a grotticella violata da poco tempo. La tomba Ŕ stata totalmente svuotata del suo riempimento costituito da una grande quantitÓ di ossa umane miste a terriccio e pietrame. Da una stima sommaria delle ossa la tomba doveva contenere i resti almeno di cento inumati. Pochi e piccoli sono i frammenti rinvenuti nella cella e di difficile attribuzione. Forse da un accurato esame e setacciatura del riempimento si potrebbero acquisire dati per un'indicazione culturale della stessa. Arrivati in prossimità del confine tra il territorio di Partanna e quello di Salaparuta, e precisamente in contrada Pergola, là dove il Mannino scavò la famosa tomba a dromus costruito, nelle immediate vicinanze in direzione ovest di questa, ne è affiorata un'altra che dal primo esame sembra inviolata. Oggi la tomba è quasi inaccessibile perchè tutta la porzione di roccia antistante l'accesso è stato sbancato verticalmente fino alla profondità di 8 metri circa. Sotto la parete dove si trova sospesa la tomba a grotticella si sono potuti raccogliere i frammenti di una coppa carenata, incisa di impasto grigio, ricomponibile per più della metà, riconducibile alla facies del Bicchiere Campaniforme, assieme a diversi frammenti di ossa umane. Non sapremo mai se questa tomba era provvista di dromos costruito, come quella nota, anche perchè se c'era è stato spazzato via dalla ruspa assieme ad un sottile lembo meridionale della cella da dove verosimilmente si è staccato il reperto in frammenti recuperato. Il rinvenimento di questo vaso della tomba di Pergola sta a testimoniare ulteriormente la presenza forte del Popolo del Bicchiere agli inizi del II░ millennio a. C. nell'agro selinuntino - partannese e trova precisi riferimenti con lo scavo di tre tombe in contrada Torrebigini effettuato sul finire degli anni '30 del Mingazzini, con quelle di Timpone Nero - Manicalunga della Borio Marconi, e con quelle più recenti scavata dal Mannino a S. Martino e Torre Donzelle. |