hide random home http://www.millecose.it/corleone/archeo/rela53.htm (Internet on a CD, 07/1998)

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INSEDIAMENTI PREISTORICI NEL TERRITORIO DI PARTANNA
Giuseppe Varia - Archeoclub di Partanna.


Il territorio di Partanna (comune che dista 18 km. circa da Selinunte) è ricchissimo di testimonianze preistoriche a partire - allo stato attuale delle ricerche - dal Paleolitico Superiore.
L'abbondanza di acqua ha determinato la estesa antropizzazione delle sue contrade; due tombe e due capanne dell'età del Rame sono state rinvenute in pieno centro storico.
Negli ultimi anni, in contrada "Stretto", sono state scoperte strutture "in negativo" - perchè ricavate nella roccia - che a tutt'oggi non hanno eguali, tanto da rappresentare un "caso".
La contrada porta questo nome perchè all'inizio di questo secolo, al fine di costruire la strada per Corleone, fu intagliata una collina a "schiena d'asino", con un tracciato abbastanza "stretto", di cui oggi rimane solo la base.
Il più imponente è lungo 40 m. circa, profondo 13 e largo 1 - 1,20. Dette dimensioni escludono l'uso che è stato attribuito ad altri fossati. Non aveva infatti scopo difensivo: è largo appena un metro; non era utilizzato per conservare o drenare le acque; il sito è ricchissimo di acqua ed in pendio; non era recinto per animali; è profondo 13 m.
Poichè lo stesso, oltre a restituirci ceramica, selce, ossidiana e ossa di animali, contiene resti di fuoco e cenere, gli archeologi - in mancanza di una chiara definizione - ne ipotizzano un uso rituale.
Nella campagna di scavi del '94 è stata anche scoperta una "galleria", coeva ai fossati, del diametro di 2 m. circa, cui è stato attribuito un uso culturale. Le concrezioni calcaree nella roccia provano che veniva riempita d'acqua attraverso una serie di canalizzazioni intagliate nella roccia atte a portare acqua (piovana ?) alla stessa.
Dette opere, riportate a 7000 anni fa, non possono non definirsi monumentali ed assumono un'imponenza quasi sovraumana che ci sorprende e meraviglia per realizzazione, tecnica e difficoltà di esecuzione (basti pensare che non si conoscevano ancora i metalli).
Le canalizzazioni sono state difinite un'opera di alta ingegneria idraulica (così si è espresso Maurizio Tosi, professore di paleontologia presso l'Università di Bologna, nel corso di una visita al sito nell'estate '94).
Per la singolarità di dette opere idrauliche lo "Stretto" è stato definito come "Santuario delle acque".
Il materiale venuto fuori, anche dall'ultima campagna di scavi, è copiosissimo e ancore in fase di studio.
Circa la ceramica va rilevato che "la peculiare produzione ceramica d'argilla finissima ..... permise ai ceramisti ..... la manifattura di vasi a pareti sottili prima d'allora sconosciuti ..... Si tratta di una produzione ceramica che raggiunge dei vertici di finezza tecnologica e decorativa mai visti ..... (v. S. Tusa: La Sicilia nella Preistoria, 1992, pag. 209).
L'unicità, l'imponenza monumentale delle opere e la raffinata ceramica dello "Stretto" attestano con certezza il notevole livello culturale degli uomini che abitarono il villaggio, i quali dovevano avere una organizzazione sociale che, per quel periodo, è una assoluta novità.


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